MOPS_DanceSyndrome

MOPS_DanceSyndrome è un’associazione non-profit, scuola e compagnia di danza contemporanea - composta unicamente da giovani adulti con Sindrome di Down - fondata e diretta da Ela Franscella, presente da 15 anni sulla scena artistica, culturale e sociale. È una realtà unica nel suo genere in Europa che si basa su una propria metodologia specifica, che coinvolge un team composto da insegnanti di danza professionisti, assistenti qualificati in ambito educativo e sociale e collaboratori artistici. La scuola di danza contemporanea è un percorso formativo per danzatori con Sindrome di Down a partire dai 15 anni che prevede sessioni settimanali di insegnamento su due intere giornate. Nel corso degli anni la MOPS si dimostra una scuola di vita a tuttotondo per persone con Trisomia 21, sviluppando l’autonomia e favorendo l’inserimento nel mondo del lavoro e dello spettacolo. La cultura dell'inclusione, uno spirito innovativo che si ritrova negli interventi di sensibilizzazione - iniziative di reciprocità relazionale e incontri con la popolazione - che si svolgono oltre che nei teatri sociali anche in luoghi più intimi dove la cultura non è scontata o dove fatica ad arrivare. Esempi concreti sono MOPS_Danza Relazionale, una serie di appuntamenti dedicati ad ospiti e personale di case per anziani, cliniche e istituti di cura e MOPS_nella scuola pubblica, un corso didattico e pratico per gli allievi di scuole medie, licei e università, condotto autonomamente da una danzatrice MOPS. È riconosciuta tra gli altri per la sua qualità e professionalità da Pro Helvetia – Fondazione svizzera per la cultura e Danse Suisse. Ha ottenuto il Premio Pro Ticino 2018 e da parte dell'Ufficio federale della cultura (UFC) nel quadro dei Premi svizzeri delle arti sceniche il Patrimonio delle arti sceniche 2021. L’Università di Torino (DAMS–Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo) ha curato Arte, cultura e società – il Libro sulla MOPS che presenta in modo scientifico-emozionale questa realtà professionale indipendente di cultura inclusiva.

Foto: © Mario Curti